Firenze, il Concilio dell'Unione e la nuova Geografia
Il convento di Santo Spirito divenne luogo di riunione dei letterati fiorentini guidati dal padre agostiniano Luigi Marsili. Queste riunioni, diradatesi alla morte del Marsili, ripresero nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, dove il priore era Ambrogio Travesari, camaldolese e abilissimo grecista. Partecipava a queste riunioni Niccolò Niccoli che, seppure non abbia praticamente lasciato nulla di scritto, ha avuto un ruolo centrale nella rinascente cultura fiorentina del quattrocento. Tra coloro che si trovavano alle riunione presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli troviamo, oltre allo stesso Traversari, Leonardo Bruni, maestro Paolo di Domenico (detto poi "il Toscanelli"), Poggio Bracciolini, Carlo Marsuppini e molti altri. Queste riunioni sono ben descritte da Vespasiano da Bisticci, il quale scrivendo delle vite di questi grandi fiorentini, dirà che vi si ragionava sempre di cose singulari.
Tra le cose singolari di cui si discuteva, vi era la diversità tra la riscoperta "Geografia" di Tolomeo e gli elenchi approssimativi di luoghi scritti in epoca medioevale. Al contrario di queste opere, la Geografia dava anche il metodo per la rappresentazione dei luoghi, in modo da mantenere una corrispondenza il più possibile diretta tra la posizione delle coste e delle terre emerse e la loro reale distribuzione sulla sfera terrestre. Nel 1437 muore a Firenze il Niccoli e l'anno seguente si apre a Ferrara il Concilio dell'Unione che, in qualche maniera, avrebbe dovuto ricomporre il dissidio tra la Chiesa di Occidente e quella di Oriente. Gli umanisti fiorentini si aspettavano che gli alti prelati della chiesa di Oriente si sarebbero portati con loro dei preziosi testi greci. In effetti, se il Concilio non riuscì, come sperato, a ricomporre il dissidio tra le due chiese, ebbe un effetto dirompente sulla cultura occidentale. Durante lo stesso Concilio vengono acquisite dai fiorentini copie dell'Almagesto di Claudio Tolomeo, l'opera di Strabone, ignota a Firenze, e altri libri non meno significativi nei vari campi del sapere.
Tra gli intervenuti al Concilio spicca Gemisto Pletone il quale, oltre che
occuparsi dei problemi religiosi, aveva anche vasti interessi nel campo
della Geografia e di questi argomenti discuteva con l'astronomo fiorentino
Paolo dal Pozzo Toscanelli.
Il Concilio portò a Firenze anche una grande
varietà di persone che, con i loro racconti dei luoghi più
diversi,
dettero un grande contributo alla conoscenza geografica.
Fra questi si può ricordare Nicolò de' Conti, che venne a Firenze
per farsi perdonare l'abiura della fede cristiana che era stato costretto a
compiere in Egitto per non mettere a rischio la propria persona e quella di
coloro che lo accompagnavano. Nicolò de' Conti,
partendo dalla Siria, aveva percorso l'India, la Birmania, il Borneo, Giava e
Sumatra.
I suoi racconti vennero raccolti da Poggio Bracciolini nel suo
"De varietate Fortunae".
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