Claudio Tolomeo
e la
Geografia dell' "Ecumene"
Claudio Tolomeo visse in Alessandria nel II secolo d.C. al tempo,
dell'imperatore Adriano. Fu un grande astronomo e un grande geografo. Una delle
sue opere più importanti si intitola, appunto, la "Geografia".
La parte più consistente di questo libro è costituita da
una lista di luoghi citati con le loro
coordinate geografiche, latitudine
e longitudine, insieme con una breve
descrizione delle caratteristiche
topografiche salienti di ciascuno di essi. Certamente questo elenco di
luoghi doveva essere accompagnato, nel manoscritto originale,
da alcune carte geografiche, che non sono giunte sino a noi.. Tolomeo,
tuttavia, ben prevedendo che le carte da lui disegnate sarebbero state
irrimediabilmente copiate male, fino a diventare illeggibili nelle successive
copie del suo manoscritto, si preoccupò di fornire il metodo per
riprodurle correttamente, ovvero descrisse il sistema di
proiezione da lui adottato per rappresentare la
sfera terrestre su una superficie piana .
Il libro I della Geografia è difatti dedicato a descrivere il
metodo di disegno di una carta di tutte le terre
emerse, mentre il libro VIII spiega come fare a ottenere, da questa carta generale
altre sei carte più dettagliate. Secondo Tolomeo il mondo
abitato, detto anche l'"ecumene", dalla parola greca
"oikomene" che significa appunto abitato, copre un'estensione di
180° in longitudine,
dal meridiano 0, quello delle isole Fortunate (ovvero le isole Canarie),
e in latitudine si estende da 16° 25'
Sud fino a 63° Nord. Naturalmente le descrizione dei luoghi e le posizioni
date da Tolomeo in alcuni casi risultano grossolanamente sbagliate o molto
approssimate. Perfino i confini dell'impero romano erano molto incerti a
quel tempo, ed anche la forma dei continenti allora noti, Europa, Africa e
India era errata.
Prima di Tolomeo, solo l'astronomo Ipparco aveva dato liste
di luoghi con le loro coordinate geografiche e le conoscenze non erano
molto aumentate ai tempi di Tolomeo. Sia le misure di latitudine che di
longitudine richiedevano accurate osservazioni astronomiche che, raramente,
venivano compiute. Le misure di longitudine erano basate su osservazioni
contemporanee di eclissi lunari che dovevano essere organizzate con ampio
anticipo. Sembra che di queste osservazioni Tolomeo ne abbia avuta a
disposizione una sola. Si tratta dell'eclissi di Luna
del 20 Settembre del 331 a.C., osservata ad Arbela in Assiria e a Cartagine.
Sfortunatamente un errore nell'osservazione di Arbela fece concludere a Tolomeo
che, tra i due siti, esisteva una differenza di tre ore invece
delle due reali. Questo errore portò ad una distorsione del Mediterraneo,
ovvero ad un allungamento della parte orientale di questo mare. Per il
resto Tolomeo dovette fidarsi dei resoconti dei viaggiatori e dei carovanieri,
stimando le distanze in base ai giorni di viaggio necessari per raggiungere
le località riportate nella carta. Nonostante tutti questi problemi,
il testo della "Geografia" di Tolomeo rimane uno delle
grandi manifestazioni dell'ingegno umano.
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